Porto e vertenza ex TCT. D’Arcangelo (CGIL Taranto): “Disinnescare il trend negativo. Prorogare l’IMA e fare fronte unico sulla riconversione”

I grandi fallimenti sulle politiche economiche, occupazionali e sociali per la provincia di Taranto hanno tutti una matrice comune: l’assenza di prospettiva e l’estrema frammentarietà delle posizioni. Ecco perché a 48 giorni dalla fine dell’IMA (Indennità di Mancato Avviamento) per i 330 lavoratori ex TCT, è opportuna un’azione collettiva per chiedere la proroga della misura in vista della possibilità più che concreta di un investimento sull’eolico offshore che potrebbe trovare ospitalità proprio nell’area di sedime del Porto di Taranto”.

Così Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto, che a countdown ormai avviato per gli ex lavoratori della Taranto Container Terminal, e di fronte ad uno scenario estremamente difficile delineato dall’atmosfera incandescente nel canale di Suez, prova a giocare d’anticipo.
Sosteniamo la candidatura ad area del mezzogiorno per la produzione di energia eolica all’interno del Porto di Taranto voluta dal Presidente dell’Autorithy, Sergio Prete, perché mentre ci attardiamo su fantomatiche misure per lenire le ferite degli asset produttivi tarantini, lì c’è una concreta possibilità di conversione economica che non possiamo lasciarci sfuggire” – dice D’Arcangelo.

Il riferimento è al progetto Renantis che potrebbe ritagliarsi uno spazio all’interno del recente decreto del Governo che sostiene la costruzione di impianti rinnovabili in aree idonee con incentivi destinati alla decarbonizzazione di imprese energivore e che nell’area di Taranto, come afferma lo stesso Prete, potrebbe contare sulla cosiddetta quarta gamba, ovvero la presenza di uno stabilimento siderurgico pronto a fornire proprio l’acciaio occorrente per il grande investimento.

Dobbiamo scongiurare il rischio che tutto possa sfumare ancora una volta sotto i nostri occhi – commenta ancora il segretario della CGIL di Taranto – di fronte all’attendismo che spesso accompagna questi processi. Mentre questa filiera va messa in moto al più presto, per rispondere agli ex TCT, al bisogno di diversificazione produttiva dell’acciaieria, e a tutto il bacino complesso dell’area di Taranto che attualmente annovera al suo interno numerose crisi aziendali e sonori fallimenti. Sarebbe auspicabile un tavolo permanente sullo sviluppo coordinato dalle istituzioni pubbliche. Ricordo a tutti un protocollo d’intesa sottoscritto a giugno 2023 sulla governance degli investimenti pubblici. Tavolo in cui si potrebbero trattare questi temi”.

Quindi, il richiamo alla filiera, per il segretario della CGIL di Taranto, è anche un richiamo alle responsabilità istituzionali.

Servono politiche per il lavoro e un’adeguata stagione di formazione per le maestranze da professionalizzare nel settore – dice – ecco perché va avviata al più presto una logica di filiera che coinvolga anche la Regione Puglia e la sua competenza in materia”.

La proroga dell’IMA ai 330 ex TCT è, dunque, solo il primo passo, a questo punto indispensabile per disinnescare il trend negativo che caratterizza l’occupazione in provincia di Taranto – termina D’Arcangelo – è necessario fare fronte unico e auspico azioni congiunte da parte di tutti i protagonisti pubblici e privati coinvolti”.

Precedente Ex ILVA. A Taranto venerdi i vertici di FIOM e CGIL